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Le possibili cause dell’acufene

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Alessandra Berlusconi
    Dott.ssa Alessandra Berlusconi
  • 4 ago
  • Tempo di lettura: 2 min

L’acufene, ovvero la percezione di suoni come fischi, ronzii o fruscii in assenza di uno stimolo acustico esterno, è un sintomo comune ma complesso. Le sue cause sono molteplici e spesso eterogenee, rendendo difficile una diagnosi univoca e, di conseguenza, una terapia standardizzata. In molti casi, non esiste una cura definitiva e ciò può risultare frustrante sia per il paziente sia per lo specialista. Tuttavia, una valutazione otorinolaringoiatrica approfondita può aiutare a individuare il fattore scatenante e ad avviare il trattamento più appropriato.


Cause otologiche (legate all’orecchio)

Le patologie che interessano direttamente l’apparato uditivo sono tra le cause più frequenti di acufene. Tra queste si annoverano:

  • accumulo di cerume nel condotto uditivo esterno (tappo di cerume);

  • otiti (infezioni dell’orecchio) di tipo virale, batterico o catarrale;

  • otosclerosi, una patologia dell’orecchio medio che comporta l’irrigidimento della staffa, uno degli ossicini deputati alla trasmissione del suono;

  • sindrome di Menière, che si manifesta con acufeni, ipoacusia fluttuante e crisi vertiginose;

  • malattie dell’orecchio interno di origine vascolare o virale;

  • neurinoma del nervo acustico (ottavo nervo cranico), una rara forma tumorale benigna che può causare acufeni associati a calo dell’udito.


In questi casi, la visita specialistica e gli esami strumentali permettono di identificare eventuali alterazioni a carico dell’orecchio. La terapia potrà essere medica, chirurgica o riabilitativa, e in caso di ipoacusia associata può includere l’utilizzo di protesi acustiche.


Cause extra-otologiche (esterne all’orecchio)

Non sempre l’acufene origina da una patologia dell’orecchio. Esistono numerose condizioni sistemiche o disfunzioni muscolo-scheletriche che possono influire sulla percezione uditiva:

  • disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM);

  • contratture muscolari del collo e del cingolo scapolare;

  • disturbi circolatori, in particolare delle arterie del collo;

  • patologie metaboliche (diabete, dislipidemie);

  • ipertensione arteriosa;

  • effetti collaterali di alcuni farmaci (acufenogeni).

  • esposizione prolungata o pregressa a rumori intensi, in ambito lavorativo o ricreativo (trauma acustico).


È fondamentale, pertanto, un approccio multidisciplinare e una diagnosi precoce. Prima si interviene, maggiori sono le possibilità di individuare la causa e intraprendere un percorso terapeutico efficace.


In caso di insorgenza recente di acufene, è consigliabile rivolgersi tempestivamente allo specialista otorinolaringoiatra per una valutazione completa e personalizzata.



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Contatti e approfondimenti

Dott.ssa Alessandra Berlusconi

Via Roma 25/D – Cameri 28062 (NO)

Tel. 328 8514200



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