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Valutazione dell’udito: come avviene equali esami esegue lo specialista

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Alessandra Berlusconi
    Dott.ssa Alessandra Berlusconi
  • 28 lug
  • Tempo di lettura: 2 min

La perdita uditiva, i ronzii auricolari o la difficoltà nel comprendere il parlato sono tra i sintomi

più frequenti che spingono i pazienti a richiedere una valutazione otorinolaringoiatrica. La

diagnosi di un eventuale deficit uditivo si basa su esami strumentali specifici, eseguiti in

ambulatorio, che consentono di individuare con precisione la causa del disturbo.


Audiometria tonale: il test più utilizzato

L’esame audiometrico valuta la soglia uditiva attraverso la somministrazione di suoni puri a

diverse frequenze e intensità. Il paziente viene invitato a segnalare ogni stimolo uditivo

percepito. I risultati sono rappresentati su un grafico chiamato audiogramma, che consente

di distinguere un udito nella norma da una perdita uditiva più o meno significativa.


Un audiogramma normale mostra una curva prossima ai 20 decibel. Quando la curva

scende sotto tale soglia, soprattutto alle alte frequenze, può far pensare a una perdita uditiva

fisiologica (presbiacusia). Se invece il calo uditivo si presenta anche su frequenze medie o

basse, può indicare una compromissione di altra natura, che potrebbe coinvolgere la

comprensione del linguaggio parlato e potenzialmente evolvere nel tempo. In base ai dati

raccolti, lo specialista può indicare un trattamento medico o, nei casi appropriati, valutare il

ricorso a una protesi acustica.


Audiometria vocale

Accanto all’esame audiometrico tonale, in alcuni casi selezionati può essere eseguita anche

l’audiometria vocale. Questo test permette di valutare in modo più specifico la capacità del

paziente di comprendere il linguaggio parlato, attraverso la somministrazione di parole

(talvolta frasi o sillabe) a volumi differenti, che il paziente deve ripetere. Le risposte fornite

vengono analizzate per determinare la percentuale di comprensione.


L'audiometria vocale restituisce tre soglie fondamentali:


  • soglia di dettezione (0 % di intellegibilità),

  • soglia di percezione (≈ 50 %),

  • soglia di intellegibilità (≈ 100 %).


Questi valori sono riportati su un grafico chiamato “audiogramma vocale”, che rappresenta

l’efficienza uditiva del paziente nella percezione del linguaggio.

Questo esame è particolarmente utile per capire in che misura l’ipoacusia incida sulle

capacità comunicative e per verificare l’efficacia di una protesi acustica, qualora prescritta.


Impedenzometria: analisi della funzionalità timpanica

L’impedenzometria è un altro esame di fondamentale importanza, in quanto misura la

mobilità del timpano e l’efficienza della tuba di Eustachio, il canale che collega naso e

orecchio. I risultati sono visualizzati su un tracciato che dovrebbe presentare una curva a

campana centrata. Anomalie nel tracciato possono segnalare un’alterazione pressoria, una

disfunzione tubarica o un’otite media con effusione.


Quando è indicata una visita specialistica

In presenza di sintomi come ovattamento auricolare, difficoltà nella comprensione del

parlato, acufeni o vertigini, è consigliabile rivolgersi a uno specialista otorinolaringoiatra per

una valutazione completa. Grazie agli esami audiometrici e impedenzometrici sarà possibile

individuare precocemente eventuali patologie e impostare un percorso terapeutico mirato.



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Contatti e approfondimenti

Dott.ssa Alessandra Berlusconi

Via Roma 25/D – Cameri 28062 (NO)

Tel. 328 8514200

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